Le regole ed i principi del nostro lavoro di campo: step two, la Pacciamatura
Nello scorso articolo abbiamo accennato alle rotazioni, presupposto fondamentale per coltivare in regime biologico.
Ma altrettanto importante è il lavoro di questi giorni, che precede i trapianti primaverili/estivi: la pacciamatura.
In agricoltura convenzionale le erbe infestanti si combattono con le lavorazioni profonde del terreno come l’aratura e le armi chimiche, ovvero i diserbanti, che sono in grado di eliminare le cosiddette “erbacce” anche in maniera selettiva, ad esempio semino il grano, irroro il terreno con il diserbante specifico per il grano, le infestanti muoiono ma il grano sopravvive.
In agricoltura biologica queste prassi non sono (fortunatamente!) ammesse.
Così, specialmente in terreni vergini e ricchi come il nostro dove la biodiversità vegetale si esprime al massimo (tante erbacce!) è fondamentale trovare delle strategie e la più semplice ed efficace è in assoluto la pacciamatura. Ovvero la copertura del suolo con materiali plastici o vegetali, con l’obiettivo di impedire lo sviluppo delle infestanti a ridosso delle piante coltivate, impedendo il passaggio della luce e creando condizioni inadatte alla germinazione.
Purtroppo non riusciamo ancora ad usare film biodegradabili perché i costi sono veramente improponibili e già così abbiamo delle spese notevoli, però questi teli di plastica se gestiti bene durano per alcuni anni e successivamente verrano riciclate per dare vita a nuovi teli.
Per noi è talmente importante utilizzare questa metodologia che abbiamo deciso di destinare i nostri risparmi ad un macchinario agricolo, che stiamo aspettando con ansia e a breve arriverà..la pacciamatrice!
P.S. Sarete prontamente aggiornati con foto appena arriverà in azienda 😉